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Micro-moments: cosa sono e perché sono utili ai brand

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Giulia Mion
gennaio 2021 - 4 minuti
micro momenti

Prima di scoprire cosa sono i micro-moments, dobbiamo pensare a com’è cambiata la nostra quotidianità da quando lo smartphone è entrato nelle nostre vite: ci permette di essere costantemente connessi con il resto del mondo e ci ha fornito nuovi modi di cercare, imparare, comunicare e organizzare.

Quando abbiamo bisogno di qualcosa, prendiamo in mano il nostro smartphone e avviamo una ricerca.

In media, guardiamo il nostro telefono 150 volte al giorno per un totale di 177 minuti al giorno: questo significa che l’utente medio utilizza lo smartphone dozzine e dozzine di volte al giorno e ogni sessione dura in media 1 minuto e 10 secondi. Rispetto al passato, le persone passano molto più tempo online ma le singole attività svolte in rete hanno una durata molto più breve.

Quando usiamo lo smartphone, si creano innumerevoli interazioni di vario tipo: l’invio di un messaggio, telefonate, controllo email, scroll notizie, controllo dei social, pubblicazione di foto.

Questi sono momenti ormai comuni nelle nostre vite, durante i quali, però, non stiamo cercando di interagire con un brand e, se un brand prova a intromettersi, difficilmente gli presteremo attenzione.

Cosa sono i micro-moments

Esistono però dei momenti in cui siamo molto disposti a ricevere l’influenza dei brand e sono quelli in cui ci rivolgiamo a internet per cercare una risposta di cui abbiamo bisogno in quel preciso istante. Questi momenti vengono chiamati “micro-moments” e Google li ha definiti come momenti ricchi di intenzionalità in cui una persona si rivolge a un dispositivo per rispondere a un bisogno.

micro momenti e scrolling

I micro-moments sono punti di contatto critici nel percorso del consumatore odierno: mentre in passato le persone si recavano nel negozio fisico per farsi un’idea del prodotto e decidere se acquistarlo, oggi i consumatori si informano online e spesso prendono una decisione ancora prima di vedere il prodotto fisicamente. In questi momenti le persone sono disposte a essere coinvolte e un brand deve esserne consapevole.

I micro-moments fondamentali

I micro-momenti possono essere di innumerevoli tipologie, ci sono però quattro tipi di micro-moments chiave che rappresentano l’intera gamma di esigenze dell’utente:

  • I want to know moments – voglio sapere: l’utente sta effettuando ricerche, sta esplorando, cerca informazioni utili o d’ispirazione.
  • I want to go moments – voglio andare: l’utente sta cercando un’attività locale o sta pensando di acquistare un prodotto in un negozio locale. In questo momento, la persona potrebbe prendere in considerazione la tua attività fisica.
  • I want to do moments – voglio fare: sono momenti che precedono o seguono l’acquisto. L’utente sta cercando un aiuto per portare a termine qualcosa oppure vuole provare a fare qualcosa di nuovo. Fornire istruzioni corrette in questi momenti è fondamentale, le persone cercano istruzioni per qualsiasi cosa al giorno d’oggi.
  • I want to buy moments – voglio comprare: in questo momento l’utente è pronto a fare un acquisto ma ha bisogno di aiuto per decidere cosa o come acquistare.

Come sfruttare i micro-moments a proprio favore?

Oggi le persone sono più fedeli ai propri bisogni che a un brand in particolare, per questo la loro considerazione, nonché le loro azioni, devono essere guadagnate costantemente. Per i brand, dunque, i micro-momenti costituiscono un campo di battaglia ed esistono tre strategie, suggerite da Google, per poter vincere:

Be there – sii presente:

È necessario che un brand preveda e anticipi i micro-momenti degli utenti interessati al proprio settore e deve essere pronto a fornire l’aiuto richiesto nel momento in cui gli utenti lo stanno cercando. Gli utenti di solito cercano il prodotto, non il marchio, il brand ha quindi la possibilità di farsi conoscere e di presentarsi al meglio non solo per essere visto, ma anche per essere scelto. Essere presente permette al brand di soddisfare le esigenze dei consumatori nel momento in cui ne hanno bisogno, di aiutarli nel percorso decisionale e di sviluppare un senso di fedeltà. Bisogna pensare dunque alle ricerche più frequenti, alle tendenze e alle domande principali che riguardano il settore a cui appartiene il brand. Bisogna pensare a cosa potrebbe voler cercare un utente in base alla situazione, all’orario o alla posizione in cui si trova.

Be Useful – sii utile

Il contenuto fornito dal brand deve essere pertinente alle esigenze degli utenti in quello specifico momento e deve fornire la soluzione al problema che si sono posti. Non basta essere presenti, bisogna essere in grado di soddisfare le esigenze nel momento in cui si presentano. Bisogna mettere in contatto le persone con ciò che stanno cercando e fornire loro informazioni pertinenti nel momento in cui ne hanno bisogno. È inoltre molto rischioso non essere utili perché gli utenti non ti considereranno affidabile.

Be quick – sii veloce:

Si chiamano micro-moments proprio perché sono rapidi. Chi naviga in rete esige una risposta celere a una necessità e il brand deve fornire un’esperienza veloce e senza attriti. Gli utenti vogliono soddisfare immediatamente il loro bisogno e prendono decisioni rapide: in questi momenti le persone hanno grandi aspettative di trovare quello che cercano ma spesso hanno anche fretta di farlo e si aspettano interfacce rapide e facili da navigare, se non lo sono difficilmente porteranno a termine la propria ricerca e difficilmente ci torneranno.

Connect the dots – Connetti i punti

Ormai online e offline non sono due mondi separati: si influenzano a vicenda e bisogna tenere a mente che ci si sta rivolgendo sempre a potenziali consumatori, qualsiasi sia il canale. È importante capire il comportamento del proprio pubblico e, infine, tutto il team di lavoro deve essere orientato allo stesso obiettivo.

Costruire la tua presenza online tenendo conto dei micro-moments e delle azioni appena elencate, ti permetterà di differenziarti maggiormente rispetto ai tuoi competitor.

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